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L’Intelligenza Artificiale ci ruberà il lavoro“, “Tra un po’ saremo sostituiti dalle macchine“, quante volte abbiamo sentito queste frasi negli ultimi tempi? Molto più spesso di quanto avremmo voluto, probabilmente. Da quando l’AI è diventata alla portata di tutti, diverse domande e riflessioni si sono susseguite, una dopo l’altra. Una “peggiore” dell’altra. Perché, invece di osservare questo strumento con interesse e curiosità, molti temono che sia destinato a diventare la fine della razza umana. Sì, ci sono anche questi casi – abbastanza fuori dal comune – in cui l’AI viene indicata come la fine di noi umani: prenderà il controllo? Sono scenari a dir poco improbabili, che derivano da un fatto già studiato sin dai tempi degli Antichi Greci: ciò che non conosciamo, incute timore. A prescindere.

Ma l’Intelligenza Artificiale sta avanzando sempre di più. Con risvolti interessanti, a dire il vero. A spiegarci meglio le potenzialità dell’AI è Alessandro Ciciarelli, fondatore di IntelligenzaArtificialeItalia.net: il progetto Intelligenza Artificiale Italia, nato nel 2017, è molto ambizioso. Un portale online che mette a disposizione di tutti proprio l’AI, con corsi, libri e consulenze gratuite.

L’AI è destinata a rubarci il lavoro?

Un argomento sempre più centrale e che sta catalizzando sempre l’attenzione, tanto da aver richiesto il lavoro dei filosofi per una questione etica. Sull’AI stanno lavorando in molti, per comprendere come usarla al meglio. Come sfruttare la sua potenza, per rendere il posto un mondo migliore. E, sì, persino più snelli determinati lavori. Ma non facciamo l’errore di credere che non avremo più un lavoro entro 10, 100 anni. Anche perché – dobbiamo essere onesti – l’avanzamento della tecnologia negli ultimi 100 anni è stato a dir poco colossale. E chissà quale altro strumento useremo in supporto tra 100 anni.

C’è anche chi è interessato a questa realtà, ma teme fortemente di non saperla usare. O magari ci ha provato, senza successo. Capita: una rivoluzione ha sempre bisogno di tempo per assestarsi. Da sottolineare l’impegno profuso di IntelligenzaArtificialeItalia.net in questo contesto, poiché il progetto di Alessandro Ciciarelli dà a tutti la possibilità di imparare a conoscere e usare l’Intelligenza Artificiale.

Che, sì, di fatto è una tecnologia complessa, ma questo non dovrebbe fermarci, bensì incoraggiarci a imparare. Sul sito, è possibile trovare molteplici risorse didattiche in italiano: tra l’altro, poter accedere a corsi, libri cartacei o ebook è un vantaggio da non sottovalutare. I progetti sul sito sono inoltre supportati da numerose aziende leader nel settore. C’è subito una buona notizia: come sostenuto da Ciciarelli, l’AI non ci ruberà il lavoro. Possiamo dunque dormire sonni tranquilli? Non proprio: c’è un altro aspetto da considerare.

Qual è il futuro dell’Intelligenza Artificiale?

Assodato che avremo ancora un lavoro, non possiamo comunque girarci dall’altra parte. Quando sono arrivati i social media, non tutti gli imprenditori hanno deciso di investire in pagine su Facebook o Influencer Marketing. Il risultato? Oggi molti di loro darebbero tutto pur di avere un profilo di successo online. L’esempio ci occorre per comprendere le parole di Alessandro Ciciarelli, che è convinto dell’importanza dell’IA nel futuro del lavoro e dell’innovazione.

L’Italia, spiega Ciciarelli, ha perso la sfida di Internet: molte piccole attività sono state travolte dalle aziende oltreoceano. Il rischio non deriva dall’AI, quanto dalla mancanza di comprensione e preparazione. In breve, se non sappiamo usare il suo potenziale, trasformandola in un vantaggio competitivo, qualcun altro la saprà usare meglio per i propri obiettivi, posizionandosi sul mercato. “Noi insegniamo come usarla al meglio gratuitamente”, ed è questa la chiave di volta e il motivo per cui non possiamo che suggerire di fare un salto su IntelligenzaArtificialeItalia.net. Un’iniziativa lodevole, da promuovere e sostenere. Per un motivo. O meglio: vari.

Snoccioliamo un po’ di dati: la crescita del mercato dell’Intelligenza Artificiale in Italia nel 2023, stando ai dati condivisi da Osservatori, è esponenziale: +52%. Il valore è di 760 milioni di euro. Un italiano su 4 ha interagito con ChatGPT almeno una volta nella vita. 6 grandi imprese su 10 hanno scelto di lanciare un progetto AI. Le PMI? Solamente il 18%. Ed è anche e soprattutto alle PMI che si rivolge il progetto di Alessandro Ciciarelli: non facciamoci spaventare dal “nuovo”. Navighiamo a vista, senza dimenticare di essere umani.