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Si chiama credito d’imposta transizione 5.0, ed è un nuovo incentivo rivolto alle aziende per affrontare in modo sereno la doppia transizione, ovvero digitale ed ecologica. Sono molteplici gli obiettivi dell’investimento: questa misura supporta tutti i processi relativi al passaggio a un modello produttivo molto più efficiente, basato sulla sostenibilità e sulle energie rinnovabili. L’obiettivo è in realtà assai ambizioso, ma non infattibile: il risparmio energetico ottenuto si attesta su 0,4 milioni di tonnellate. Per approfondire maggiormente l’argomento e per chiedere maggiori informazioni in dettaglio, invitiamo a fare un salto su reteagevolazioni.it: il fondatore è Franco Rasotto, e la realtà è nata con l’intento di supportare le aziende.

Cos’è il credito d’imposta transizione 5.0

Contenuto nell’articolo 38 del Decreto n 19/2024 e convertito in legge n. 56/2024 pubblicata in GU n. 100 del 30.04.2024, il credito d’imposta transizione 5.0 prevede un contributo, sotto forma di credito di imposta, che viene concesso alle imprese che scelgono di effettuare nuovi investimenti nei progetti di innovazione. L’obiettivo? Sposare la filosofia ambientalista e ridurre i propri consumi energetici.

Il credito d’imposta transizione 5.0 è destinato a tutti i progetti di innovazione che sono stati lanciati dal 1° gennaio 2024 e che saranno completati entro l’arco temporale del 31 dicembre 2025. Ovviamente, è rivolto alle strutture presenti in Italia. Ne consegue che l’accesso al credito non è in alcun modo automatico, bensì è disciplinato da alcuni obiettivi specifici, riguardanti in particolar modo i consumi.

Il D.L. n. 39/2024, articolo 6, comma 3-bis, ci aiuta a fare maggiore chiarezza e specifica che:

  • il credito d’imposta transizione 5.0  spetta a coloro che hanno scelto di investire dal 1° gennaio 2024;
  • è doveroso trasmettere le comunicazioni periodiche relative all’effettuazione dei lavori.

Chi ha diritto al credito d’imposta?

Questo incentivo è molto interessante perché consente alle imprese di sostenere apertamente il futuro in tutti i sensi, non solo dell’azienda stessa, bensì delle generazioni che verranno dopo di noi. Il contributo in credito di imposta può arrivare fino al 45% (ma ci sono casi in cui sfiora il 63%), e gli interventi ammessi sono molteplici. Ma chi ne può, di fatto, beneficiare? Tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, escluse quelle in stato di liquidazione volontaria, di fallimento, di concordato preventivo senza continuità aziendale, di liquidazione coatta amministrativa. Il credito di imposta è altresì legato al rispetto delle normative sulla sicurezza e all’adempimento degli obblighi di versamento.

La fruizione del credito di imposta è legata all’invio della comunicazione al GSE, ovvero il Gestore dei Servizi Energetici: non solo sarà indispensabile comunicare lo stato di avanzamento dei lavori, ma anche dare comunicazione della conclusione e dei benefici a sostegno dell’ambiente. I requisiti per ricevere dunque l’incentivo si suddividono in ex ante ed ex post, nel modo che segue:

  • è necessario certificare la riduzione dei consumi energetici ottenuta mediante l’investimento;
  • è necessario attestare la realizzazione dell’investimento, che deve essere conforme a quanto previsto dal decreto legge.

Come approfittare della normativa

La normativa è molto complessa e noi l’abbiamo affrontata in modo approssimativo: sono molteplici le cose da sapere, tra cui gli investimenti inclusi, come l’installazione di impianti fotovoltaici, purché siano di elevati standard qualitativi. Quel che è certo è che alle aziende è richiesto al momento uno sforzo per guardare al futuro, e non solo al presente: c’è la necessità di prendere delle misure importanti per sostenere il pianeta per un futuro più verde. Per sfruttare al meglio la normativa prevista dal Governo, il suggerimento che diamo è di rivolgersi alle società di consulenza, con il fine di coordinare le attività che sono necessarie per ottenere l’incentivo.

Come abbiamo visto, i requisiti sono diversi, ma, al di là di questo, per ottenere il credito di imposta bisogna dimostrare, attestare e certificare gli investimenti. Il consiglio è di rivolgersi agli esperti del settore come Rete Agevolazioni, dove leggere tutto a riguardo del credito d’imposta transizione 5.0: una rete di professionisti attende le imprese che vogliono abbracciare la possibilità concreta di cambiare le cose. Oggi è possibile una realtà diversa. La stiamo immaginando, per il momento, ma, con i giusti incentivi e con le tecnologie attuali, si possono ottimizzare i consumi, risparmiando, certo, ma facendo soprattutto la differenza per il pianeta.