Ci sono momenti in cui la vita sembra incepparsi. Non succede all’improvviso, né per caso. È come se qualcosa dentro di noi iniziasse a chiedere attenzione, a reclamare uno spazio di ascolto più autentico. In quei momenti, la terapia non si limita a fornirci una risposta: è un incontro trasformativo, una soglia da attraversare per ritrovare significato, equilibrio, direzione.
Scegliere di iniziare una terapia è un atto di coraggio. Non perché serva “essere forti”, ma perché richiede onestà, curiosità, e una piccola dose di fiducia. In se stessi, prima di tutto, e anche nell’altro: nella possibilità di incontrare qualcuno che sappia ascoltare senza giudicare, che accompagni senza invadere.
La terapia cognitivo-costruttivista ci dà proprio questo: uno spazio in cui pensieri, emozioni e relazioni vengono osservati con sguardo nuovo. Un cammino che non promette scorciatoie, ma possibilità. E se intrapreso con la guida giusta, può davvero diventare l’inizio di un’altra storia. Per chi cerca una psicologa psicoterapeuta neuropsicologa a Cologno Monzese e online, Agnese Fiorino rappresenta una presenza competente, umana, capace di accogliere e accompagnare anche nei passaggi più complessi. Perché non è mai troppo tardi per cominciare a trasformarsi.
Una nuova narrazione di sé: il cuore della terapia cognitivo-costruttivista
La terapia cognitivo-costruttivista parte da un presupposto rivoluzionario e umano: non siamo spettatori passivi della nostra storia, ma autori. Ogni persona è costruttrice attiva del proprio mondo interno, un mondo fatto di esperienze, emozioni, relazioni, ma soprattutto del significato che diamo a tutto questo.
È un approccio che accompagna la persona a esplorare le proprie mappe interne, quelle che spesso guidano pensieri e comportamenti in modo automatico, ma che possono essere riscritte. La terapia diventa così un luogo sicuro in cui rivedere il proprio copione di vita, alla luce di una nuova consapevolezza.
Chi si avvicina a questo tipo di percorso lo fa spesso in un momento di crisi. Non sempre tutto parte da un trauma: a volte è una stanchezza sottile, un senso di inadeguatezza che accompagna le giornate, difficoltà relazionali che si ripetono, oppure una ferita antica che continua a far male. In tutti questi casi, il lavoro terapeutico diventa un’opportunità per interrompere il circolo della sofferenza e ritrovare il filo della propria autenticità.
Quando il cambiamento nasce da un incontro
“La terapia è un incontro trasformativo” — questa frase sintetizza l’essenza del lavoro di Agnese Fiorino, psicologa psicoterapeuta neuropsicologa a Cologno Monzese e online. Un incontro, appunto: uno spazio vivo, relazionale, in cui la persona può sentirsi vista, accolta, ascoltata.
La psicoterapeuta con formazione cognitivo-costruttivista e neuropsicologa lavora con uomini e donne che si trovano in fasi di transizione, soprattutto durante la vita adulta, spesso segnati da sofferenza emotiva, incertezze o disorientamento. È in questi frangenti che la terapia diventa uno strumento potente: perché insegna a dare un senso e trasformare il dolore. Il logo della psicoterapeuta Agnese Fiorino è un faro: un simbolo scelto con cura, che rappresenta la terapia come punto di orientamento. Anche nel mare mosso delle emozioni, anche quando la rotta sembra perduta, c’è sempre una luce a cui guardare. Il percorso terapeutico è questo: un punto fermo da cui ripartire. Il suo payoff, inoltre, Provaci ancora, è un invito gentile e potente. Una frase che dice senza retorica: non è mai troppo tardi per cambiare, per riscrivere la propria storia, per scegliere di stare meglio.
Ferite antiche, risorse nuove. Ma esiste un faro per i momenti di buio
Molte delle persone che si rivolgono a una psicoterapeuta portano con sé ferite antiche. Non sempre visibili, spesso taciute per paura di risvegliare antichi ricordi. In alcuni casi si parla di eventi traumatici che hanno lasciato un’impronta, relazioni che hanno generato insicurezza, vissuti che hanno cristallizzato il dolore. Eppure, anche in questi casi, il percorso non è mai solo centrato sul passato: è orientato alla possibilità, alla riscoperta di risorse interiori che spesso restano silenti. Ecco perché è importante intraprendere un processo delicato, graduale, ma profondamente liberatorio.