La fotografia di moda è pura arte. Quest’ultima incontra il fashion per un risultato che spesso lascia senza fiato: la sinergia è evidente, e spesso ispira, emoziona, perché è così che, al netto di influencer e nuove tendenze, le persone prendono ispirazione ancora oggi per scegliere i look del momento. Negli ultimi anni, soprattutto, abbiamo assistito a tanti cambiamenti, un po’ per la tecnologia stessa, che ha permesso di realizzare esperienze sempre più immersive.
Naturalmente, brand emergenti o modelle si rivolgono ai professionisti del settore per scatti unici e lussuosi: rivolgersi a un fotografo e regista moda e ADV a Milano come Luca Patrone è essenziale per ottenere un lavoro ben fatto. Ma cosa rende la fotografia di moda tanto speciale? E quali sono gli stili prediletti? Un approfondimento.
La fotografia di moda fa parte della nostra vita da tanto tempo
La moda è ovunque. La moda è una delle massime espressioni di noi stessi. E ne siamo circondati, ovviamente, considerando che la osserviamo quando sfogliamo le riviste, quando navighiamo in internet, quando camminiamo per le vie della città guardando i cartelloni pubblicitari. La fotografia di moda non è nata oggi né di recente: torniamo indietro nell’800, esattamente durante la metà del secolo, quando i primi fotografi di moda scelsero di fare degli scatti unici. Donne aristocratiche, ben vestite, le “fashion victim” del tempo.
L’800 è secolo anno campale per la fotografia di moda. Del resto, se pensiamo a questo settore, riecheggia nella nostra mente un nome: l’iconico Vogue, che abbiamo sempre sfogliato per andare a caccia dei trend del momento. Ma la prima rivista di moda americana è stata Harper’s Bazaar, nata nel 1867: cinque anni dopo, è toccato a Vogue. I set fotografici, soprattutto nei primi decenni del ‘900, hanno forgiato ciò che è oggi la fotografia di moda: la massima espressione del lusso. Le regole sono state influenzate all’epoca da Louise Dahl-Wolfe, capo dell’allora settore fotografico di Harper’s Bazaar.
L’evoluzione della fotografia di moda
Con la Seconda Guerra Mondiale in corso, la fotografia di moda, un po’ come tutti i settori, si è momentaneamente bloccata. Poi, però, una volta finita, nel 1947, è toccato a uno dei nomi più importanti del fashion fare la storia: Christian Dior. E ancora Coco Chanel. La fotografia nel mondo della moda è essenziale, è un aspetto che sta alla base, poiché tutto nasce da un’idea, dalla creatività, dalla visione, per poi strutturare shooting, editoriali, campagne pubblicitarie.
Il ruolo del fotografo di moda non è così semplice né scontato. Non deve semplicemente catturare la modella nella sua posa migliore. Deve veicolare un messaggio attraverso lo scatto: glamour, lusso, prêt-à-porter. Tutto dipende dall’obiettivo della campagna. Del resto, nel corso della storia, sono stati moltissimi gli stili e le influenze fotografiche a rivoluzionare il settore stesso: c’è chi ha puntato sul rigore, chi su una capacità visionaria straordinaria, chi sulla perfezione distaccata, o una formalità più rilassata.
Generi della fotografia di moda
Il fotografo cura tutto nel minimo dettaglio. Questo è il punto di partenza, e lo sa bene Luca Patrone, che si occupa di fotografia di moda: sul suo sito, è possibile osservare i lavori, dove viene trasmessa una precisione stilistica da professionista. Spesso è il look a dettare il genere: lo stile. C’è l’Alta Moda, l’Haute Couture: le aziende come Gucci, Dior, Chanel puntano su fotografie altamente concettuali, se c’è la necessità di esprimere ulteriori significati, o su una eleganza semplice e misurata. L’esclusività in tal senso deriva spesso non solo dal marchio, ma dai tagli sartoriali, dai tessuti usati per il look e talvolta dalla bellezza algida delle modelle.
I fotografi di moda spaziano e spesso si specializzano: negli ultimi anni, la moda di strada – o moda urbana – è diventata un enorme punto di riferimento per i brand che si occupano dello stile casual o casual chic. Un progetto fotografico è determinato anche dall’obiettivo: l’editoriale è spesso glamour, ma non dimentichiamo i cataloghi o i lookbook.