Fare meditazione aiuta a calmare la mente e a ritrovare se stessi. C’è un tema, però, che tendiamo a sottovalutare, ovvero: usare o no la musica durante l’attività di meditazione? La risposta è sì, e c’è più di un motivo da prendere in considerazione. La premessa è doverosa: meditare ci consente di calmare la nostra mente, e di connetterla con il nostro corpo. Dunque, i benefici sono sia psicologici quanto fisici: attraverso la musica giusta, come la meditazione musica rilassante, si possono osservare ulteriori vantaggi, poiché induce in uno stato di profondo relax.
La scelta della musica, ovviamente, è legata ad alcuni fattori specifici: ci sono dei brani particolarmente indicati, come la musica per pianoforte a 432Hz, che è utilizzata in ambito persino curativo. L’obiettivo è sempre lo stesso: condurre in uno stato di profondo rilassamento, così da ridurre lo stress e ragionare con maggiore lucidità. Tra i punti di riferimento in Italia per la musica rilassante per meditazione citiamo Christian Carlino, in arte DeLord, creativo, pianista e scrittore dall’animo pop.
Cosa significa meditare
In molti credono che meditare significhi erroneamente starsene seduti, con gli occhi chiusi, immobili. Ma c’è un mondo dietro la meditazione che permette di raggiungere uno stato di quiete non solo mentale, ma anche fisica, con l’obiettivo di raggiungere un equilibrio a dir poco perfetto. Diverse sono le tecniche di meditazione, tra cui la tipologia mindfulness o la meditazione camminata: in ambedue i casi, la musica è un filo conduttore, e il silenzio non è obbligatorio.
Ma perché la musica supporta la meditazione? La risposta non è facile, anche perché dobbiamo considerare che la musica significa molto per ciascuno di noi, e spesso le diamo un valore differente. C’è chi la usa per scaricarsi, chi non può farne a meno durante le attività di studio o lavoro, e chi preferisce ascoltarla durante la meditazione per riconnettersi con se stesso, tanto da provare forti emozioni.
Il legame tra musica e meditazione
Come anticipato, gli effetti della musica sulla nostra mente sono molteplici. Non solo è foriera di sentimenti ed emozioni, ma è anche un ottimo modo per scaricare lo stress e per isolarsi dal resto del mondo, aspetto imprescindibile per chi medita. Secondo lo studio condotto dal Massachusetts General Hospital, ascoltare la musica mentre meditiamo ci permette di reagire meglio allo stress. Per un motivo fisiologico: il connubio riesce ad aumentare la densità della materia grigia presente nell’ippocampo.
Come si suol dire, lo afferma la scienza e i risultati sono molteplici: abbiamo già menzionato gli effetti positivi contro lo stress, ma può essere addirittura uno dei modi migliori per dormire meglio, per riequilibrare il ritmo sonno-veglia e quindi aumentare la concentrazione quando si è svegli.
Quale musica prediligere per meditare?
Non possiamo mettere musica metal o rock durante la fase di meditazione, ovviamente. La parola d’ordine è relax. Al di là del gusto personale, che è sacrosanto, valgono i seguenti consigli:
- la melodia dovrebbe indurre alla calma o al relax. Tendenzialmente è preferibile la musica strumentale alla cantata;
- si dovrebbero evitare delle melodie che evochino dei ricordi ben precisi, non solo negativi (altererebbero lo stato di pace), ma anche positivi. L’obiettivo della meditazione è rilassare la mente, scacciare via i “pensieri di troppo”.
Solitamente, per questo genere di attività, vengono predilette la musica indiana, la musica zen, la musica new age, la musica classica o i suoni della natura.
L’importanza della musica a 432Hz
Per meditare, è la migliore. Non è un mistero, dopotutto: la musica è sempre stata utilizzata nel corso delle epoche come forma di terapia. Negli ultimi anni, però, sono stati condotti ulteriori studi a riguardo, in particolare sulla musica a 432Hz. I cui effetti sono sorprendenti, a dir poco, perché in grado di liberare dai blocchi emotivi, ed è persino in grado di “espandere la nostra coscienza”. Tra i principali sostenitori troviamo il Dr. Leonard Horowitz, che ha definito questa sequenza come “centrale”, quasi la “frequenza dell’amore”, che permette di fare chiarezza mentale, di raggiungere una migliore consapevolezza e di stimolare la creatività.