Capita a tutti. In modo del tutto inconsapevole. Siamo spesso vittime di manipolazione emotiva, senza nemmeno accorgercene. Questa dinamica influenza in modo subdolo e impercettibile la nostra vita, tanto che non ne siamo quasi mai consci. E si verifica costantemente, spesso in contesti a noi familiari, come con i parenti, gli amici, il partner. Giuliana De Arcangelis, mental coach, spiega: “Impara a riconoscere la manipolazione emotiva con consapevolezza“. Il primo passo per vivere una vita consapevole, nostra, libera e autentica, è spezzare le catene della manipolazione emotiva.
Cos’è la manipolazione emotiva o affettiva
Negli ultimi anni si sente sempre più spesso parlare di manipolazione affettiva o emotiva, che è il mezzo attraverso il quale una persona usa qualcuno per i propri interessi, ma non solo. Questa forma di controllo è altamente insidiosa, poiché può intaccare vari aspetti della vita, come le relazioni personali e professionali, o ancora il benessere mentale ed emotivo stesso. Imparare a riconoscerla è il solo modo che abbiamo per proteggerci e difenderci, per non caderne trappola.
A vari livelli, in realtà, almeno una volta nella vita, tutti noi potremmo aver ceduto all’istinto di “manipolare” qualcuno. Ma quando questa diventa predominante all’interno di una relazione, allora ecco che diventa tossica. La manipolazione psicologica si verifica di frequente nell’amicizia, in un rapporto amoroso o con i genitori.
Sottolineiamo a questo punto che manipolazione emotiva e violenza psicologica sono, di fatto, forme di abuso. “Invisibili”, perché non si vedono segni sul corpo. Ma non per questo sono meno impattanti di una violenza fisica. Tende a manifestarsi mediante uno stile di comunicazione passivo-aggressivo, andando a influenzare le emozioni, i pensieri e persino i comportamenti dell’altro. Senza mai rendere note le proprie emozioni. Ecco perché è così “subdola”.
Come riconoscere la manipolazione emotiva?
Riconoscere le diverse forme di manipolazione affettiva non è così facile. Tutt’altro, perché possono manifestarsi in modi diversi e con differenti entità. Il modello di comportamento è abusante, tuttavia, quindi una persona esercita un senso di potere e di controllo sull’altro. Il controllo è il primo segnale: chi esercita questa forma di violenza controlla, nel tempo, tutto di un’altra persona, non solo emozioni e sentimenti, ma spesso si danno veri e propri ordini (che possono riguardare l’alimentazione, lo stile di vita, persino il look, gli amici di cui fidarsi).
I manipolatori tendono a esercitare il proprio potere tramite il controllo, con tecniche come gaslighting, ricatto emotivo, colpevolizzazione. Come spiega la mental coach Giuliana De Arcangelis, la consapevolezza è l’unico modo che permette di capire con chi e con cosa abbiamo a che fare nelle nostre relazioni. Ci preme l’importanza di ricordare ancora una volta che i manipolatori sono abilissimi nel nascondere le loro intenzioni, ma ci sono alcuni pattern di comportamento manipolativo che aiutano a fare chiarezza:
- costante svalutazione;
- mancanza di empatia;
- controllo eccessivo;
- incapacità di rispettare i nostri confini.
Come difendersi dalla manipolazione emotiva?
Ci sono dei casi in cui tendiamo ad analizzare con raziocinio la situazione. Ma quando c’è un legame affettivo, non è facile farlo. Facciamo un esempio: nessuno di noi vuole credere di essere vittima di manipolazione da parte del proprio partner. Ecco perché si usa anche il termine di “trappole emotive”. Da una parte, è fondamentale educare le nuove generazioni a rispettare le emozioni e i sentimenti altrui. Ma affrontare la manipolazione emotiva è possibile, un passo alla volta.
Per esempio, adottando delle misure per proteggerci: stabilire confini chiari, cercare supporto da persone fidate e, se necessario, allontanarci dalla relazione tossica. L’arma più importante sotto questo aspetto è la consapevolezza, proprio perché spinge a riflettere su determinati comportamenti – i cosiddetti pattern che abbiamo citato prima – e perché ci dà modo di riconoscere gli schemi e, di conseguenza, intervenire per modificarli.
Per sviluppare una corretta consapevolezza, c’è altresì bisogno di pratica e impegno. Non solo da soli, ma anche e soprattutto con una mental coach: Giuliana De Arcangelis, che ha strutturato il metodo L.I.F.E. (Libertà, Identità, Felicità, Evoluzione) è un punto di riferimento per iniziare a distruggere le catene. Ed essere finalmente noi stessi, liberi da qualsiasi manipolazione. Felici di aver riscoperto la nostra voce.